CEFALEA MIOTENSIVA
CEFALEA CERVICOGENICA
27 Giugno 2020
DOLORE AL COLLO: IL RUOLO DELLA TERAPIA MANUALE E DELL’ESERCIZIO
27 Giugno 2020CEFALEA MIOTENSIVA
La cefalea miotensiva (tension type headache) è la tipologia di mal di testa più diffusa. Si stima che il 75% della popolazione ne soffra, con una maggior prevalenza tra le donne. Pur essendo la cefalea più diffusa e con l’impatto socio-economico più elevato tra le varie forme di cefalea, quella miotensiva è quella meno studiata.
L’International Headache Society, ovvero l’organizzazione che si occupa della classificazione, gestione, trattamento e ricerca sulle cefalee, definisce i sintomi della cefalea miotensiva come un dolore da lieve a moderato che può durare da 30 minuti a 7 giorni. Il dolore è bilaterale e viene descritto da chi è affetto da questo disturbo come un dolore pressante, tipo una morsa che preme su entrami i lati della testa. A differenza dell’emicrania, l’attività fisica non peggiora i sintomi. Associato al dolore è presente soltanto uno tra fotofobia (peggioramento dei sintomi con luci forti) o fonofobia (peggioramento dei sintomi con suoni forti).
Principalmente questo tipo di mal di testa viene differenziato in due forme:
- Episodica: caratterizzata da dolore costrittivo bilaterale da lieve a moderato, non peggioratodall’attività fisica, può essere presente uno tra fotofobia o fonofobia, non sono presenti nausea e/o vomito. Si differenzia in due ulteriori forme, quella sporadica, caratterizzata da almeno dieci episodi che si verifichino per meno di 12 giorni all’anno (quindi meno di un episodio al mese) e quella frequente, caratterizzata da almeno 10 episodi che si verifichino per 1-14 giorni al mese per almeno 3 mesi.
- Cronica: caratterizzata da episodi di cefalea quotidiani o molto frequenti con durata dei sintomi da minuti a giorni. Il dolore è costrittivo bilaterale, da lieve a moderato, senza peggioramento dei sintomi con l’attività fisica. E’ presente uno tra nausea (lieve), fotofobia o fonofobia. Questo tipo di cefalea determina un notevole peggioramento della qualità della vita del soggetto affetto da questo disturbo.
Le cause non sono state definite con esattezza, anche vi sono alcune teorie alla base di questa patologia. Quella principalmente riconosciuta attribuisce la causa del dolore ad un aumento del tono muscolare di alcuni muscoli del distretto craniocervicale come i muscoli temporale, suboccipitale, sternocleidomastoideo e trapezio superiore. Accanto a questa ci sono altre teorie:-
- Bruxismo, ovvero il digrignare i denti nel sonno o nello stato di veglia che determinerebbe una contrazione frequente del muscolo temporale
- Alterazione dei meccanismi di determinazione del dolore, che porta ad interpretare stimoli innocui e non dolorosi come potenzialmente pericolosi, il che porta alla generazione di uno stimolo doloroso (questa disfunzione è presente non soltanto nelle cefalee ma in molti disturbi muscoloscheletrici come ad esempio mal di schiena cronico, tendinopatie, dolore aspecifico di spalla cronico)
- Malfunzionamento dei sistemi di inibizione del dolore (anche questo è un problema presente in molti disturbi muscoloscheletrici come ad esempio mal di schiena cronico, tendinopatie, dolore aspecifico di spalla cronico)
Possiamo elencare anche alcuni fattori di rischio:
- Stress
- Scarsa qualità del sonno
- Pasti irregolari
- Affaticamento degli occhi (ad esempio chi lavora molte ore al computer)
Il trattamento è di tipo multimodale, ovvero costituito da più elementi che hanno l’obiettivo di controllare e ridurre il dolore e di migliorare la qualità della vita del soggetto con questo tipo di patologia.
Una valutazione approfondita permette di inquadrare il disturbo del soggetto, indirizzandolo dal medico specialista per un eventuale ulteriore accertamento. Una volta effettuata la valutazione ed individuato il problema, il primo passo da compiere è spiegare al paziente il suo disturbo, rassicurandolo sul fatto che sono state escluse altre patologie e spiegandogli come verrà affrontato il problema. Di solito il trattamento principale consiste nell’utilizzo di farmaci. Se a questo si associa il trattamento fisioterapico i risultati possono essere migliori.
Il trattamento fisioterapico si avvale di tecniche di terapia manuale rivolte ai muscoli del distretto craniocervicale tra i quali ad esempio i muscoli suboccipitali, il temporale, il trapezio, lo sternocleidomastoideo, l’elevatore della scapola. A questi si associa anche il trattamento della colonna cervicale, con l’utilizzo di mobilizzazioni e manipolazioni articolari. Laterapia manuale è uno strumento molto valido che ha lo scopo di ottenere, fin da subito, una riduzione del dolore avvertito dal paziente. Anche l’esercizio è un elemento importante, in quanto grazie ai suoi effetti benefici (ad esempio il rilascio di endorfine ed endocannabinoidi, ovvero sostanze che riducono il dolore) si può ottenere un risultato ancora migliore in termini di riduzione del dolore. Infine, l’utilizzo di strategie suggerite dal fisioterapista e da utilizzare nella quotidianità, costituiscono uno strumento valido che può aiutare a gestire il problema e a migliorare la qualità della vita del soggetto affetto da cefalea miotensiva.
