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La cuffia dei rotatori è una struttura importante per il corretto funzionamento della spalla. E’ costituita da quattro muscoli che originano dalla scapola e che si vanno ad inserire sull’omero: sovraspinato, sottospinato, piccolo rotondo e sottoscapolare. Questi quattro muscoli, contraendosi, hanno la funzione di consentire un corretto movimento della spalla (e di conseguenza del braccio) e di garantire la stabilità articolare, funzione molto importante data la forma particolare di questa articolazione, la cui stabilità è data da elementi muscolari e legamentosi.
In caso di lesione, il tendine più frequentemente interessato è il sovraspinato, meno frequenti sono invece le lesioni a carico degli altri tre tendini costituenti la cuffia. La lesione si identifica come una lesione parziale, con interessamento di meno del 50% delle fibre tendinee, oppure con una lesione totale, che può anche coinvolgere il 100% delle fibre costituenti il tendine. Le cause possono essere non traumatiche, tipicamente correlate ad un’usura dei tendini, processo fisiologico che nella maggior parte dei casi non provoca sintomi dolorosi, e che può essere data dall’utilizzo ripetuto del braccio, ad esempio per gestualità lavorative o sportive (ad esempio nella pallavolo o nel baseball), così come dall’avanzare dell’età, oppure traumatiche, nel caso ad esempio di una caduta sul braccio che può portare ad una lesione di uno o più tendini. Se due o più tendini vengono coinvolti nella lesione, si parla in tal caso di lesione massiva della cuffia dei rotatori.
La diagnosi è clinica e radiografica, ovvero ad un esame obiettivo con test manuali si aggiunge un’indagine strumentale (solitamente ecografia e risonanza magnetica) per avere conferma della lesione della cuffia. Una raccolta anamnestica approfondita permette innanzitutto di ipotizzare questo tipo di patologia. Attraverso alcuni test manuali e test di forza muscolare si può indirizzare il sospetto verso una lesione tendinea, che va poi confermata attraverso i due esami strumentali citati in precedenza.
I sintomi tipici sono dolore a carico della spalla, avvertito soprattutto di notte, debolezza del braccio, difficoltà nell’eseguire i normali movimenti quotidiani come pettinarsi, allacciarsi il reggiseno, portare il braccio sopra la testa, attività che possono diventare impossibili in alcuni casi. In alcuni soggetti con lesione della cuffia si assiste infatti all’impossibilità di sollevare il braccio, con un compenso che consiste nel sollevare la spalla verso l’orecchio senza però riuscire a portare il braccio in alto. Bisogna tuttavia sottolineare il fatto che non per forza una lesione di un tendine della cuffia provoca i sintomi citati in precedenza. Così come la normale usura dei tendini della spalla non costituisce una causa di dolore all’articolazione stessa, anche una lesione tendinea può non provocare sintomi, o provocare sintomi lievi che non impediscono tuttavia di utilizzare il braccio per le normali attività quotidiane e lavorative.
COME SI PUO’ GESTIRE QUESTO TIPO DI PATOLOGIA?
Principalmente, le opzioni di gestione di questo problema sono due, ovvero il trattamento conservativo (quindi la fisioterapia) oppure quello chirurgico. La scelta del tipo di trattamento si basa su diversi fattori da prendere in considerazione, tra i quali l’entità della lesione e numero di tendini coinvolti nella lesione, intensità dei sintomi (soprattutto dolore ed impossibilità nello svolgere i movimenti), età ed esigenze del soggetto (soggetto giovane con esigenze lavorative/sportive vs soggetto anziano senza particolari esigenze).
Il trattamento conservativo (fisioterapico) consiste nell’individuare i movimenti svolti con difficoltà e dolore, che sostituisce il punto di partenza per la progettazione del percorso terapeutico composto da tecniche manuali con lo scopo di ridurre i sintomi dolorosi e dal “rinforzo” muscolare attraverso l’esercizio terapeutico, tramite il quale si restituisce alla spalla la capacità di eseguire di nuovo i movimenti quotidiani in assenza o in presenza di meno dolore. E’ fondamentale che gli esercizi appresi in nelle sedute vengano poi continuati al domicilio, in modo tale da mantenere i risultati ottenuti attraverso il trattamento. Per far questo, il fisioterapista fornisce consigli per una gestione ottimale dei sintomi.
Se il trattamento conservativo fallisce e quindi non determina un miglioramento dei sintomi, oppure se l’entità della lesione è importante e il soggetto non riesce ad utilizzare il braccio si procede con l’intervento chirurgico. Dopo questo sarà poi molto importante cominciare un programma di fisioterapia volto al recupero della mobilità e della forza della spalla. Questo procederà attraverso diverse fasi, passando da una fase iniziale nella quale vengono eseguite tecniche manuali per ridurre il dolore e restituire la mobilità della spalla ed esercizi per cominciare a rieducare la muscolatura della spalla. In seguito si procede verso fasi nelle quali vengono fatti eseguire esercizi sempre più impegnativi con i quali si raggiunge l’obiettivo di recupero della funzionalità completa della spalla.
